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Sala 4 Cappella di Sant’Onofrio

Sala 4 Cappella di Sant’Onofrio

In quest’ultima sala del museo, ricavata nella cappella dedicata a Sant’Onofrio, già cappella privata della famiglia de Sanctis della quale rimangono due monumenti funebri, hanno trovato collocazione notevoli testimonianze di secoli di storia ortonese: reperti archeologici di epoca romana ed elementi lapidei dell’antica Cattedrale insieme ad una eccezionale collezione numismatica.

  


  

4.1 Stemma della città di Ortona, pietra scolpita, 1791.

Stemma della città di Ortona, pietra scolpita, 1791

Lo stemma della città di Ortona, raffigura una torre, mostrando in questo esemplare, una leggere discrepanza rispetto a quello più noto che in termini araldici viene descritto come “al castello triturrito di rosso merlato alla guelfa e chiuso d'argento sul mare d'azzurro”. E’ comunque evidente il riferimento alla città fortificata e al castello che dominava il porto che fu il più importante d’Abruzzo e uno scalo fondamentale per i traffici marittimi veneziani.

  


  

4.2 Stemma della famiglia De Pizzis, pietra scolpita, XV sec.

Stemma della famiglia De Pizzis, pietra scolpita, XV sec

Lo stemma dei de Pizzis viene descritto araldicamente come: troncato, inchiavato, pomato di quattro pezzi d'oro e di rosso, caricato di quattro gioghi posti in fascia, due in capo di rosso e due in punta d'oro.
Il capostipite di questa illustrissima famiglia ortonese fu Ruggero, ricordato da una lapide come Rettore di Ortona nel 1251.
Verso la metà del XVII secolo acquistò numerosi feudi: S. Martino, Filetto, Vacri, Rosciano e Guardiagrele, mantenendo successivamente solo quelli di S. Martino e Filetto. Nel 1708 il titolo su S. Martino fu elevato da baronale a Marchionale. Furono eredi del pittore Giovan Battista Spinelli avendo sua sorella Caterina sposato Ludovico de Pizzis portandogli una dote di quasi 3.000 ducati.
I de Pizzis, seppure numerosi e divisi in vari rami, si estinsero alla fine del ‘700 con Antonia, andata in sposa a Francesco Odoardo Benedetti, barone di Scoppito e patrizio aquilano. Il titolo di Marchese di S. Martino passò al figlio Giuseppe Benedetti il quale si stabilì in Ortona senza avere discendenza. Lui e la sua consorte furono gli ultimi ad essere sepolti nella cripta trecentesca della cappella di famiglia dell'Immacolata Concezione nella Cattedrale di Ortona.

  


  

4.3 Stemma Angioino, pietra scolpita, XIV sec.

Stemma Angioino, pietra scolpita, XIV sec

In epoca angioina ad Ortona emerse la famiglia Riccardi che fu tanto fedele ai sovrani francesi quanto a Lanciano la potente famiglia Ricci fu filoaragonese, finendo per acuire i rapporti, già molto tesi per ragioni commerciali, tra i due centri frentani. Agli scontri e alle lotte tra gli abitanti delle due città pose fine, seppure pare solo temporaneamente, l’intervento di San Giovanni da Capestrano il quale il 17 febbraio 1427 riuscì a far sottoscrive tra le due contendenti un accordo di pace redatto da Cicco di Memmo di Rosato, notaio in Ortona, e pronunciato sulla Tomba dell’Apostolo Tommaso.
In memoria dell’evento ad Ortona si cominciò la costruzione del convento della Madonna delle Grazie, oggi scomparso, mentre a Lanciano venne fondato il convento di Sant’Angelo della Pace, ora Sant’Antonio, che ancora esiste con la sua ricchissima biblioteca.
Con la definitiva affermazione degli Aragonesi, nel regno di Napoli i Riccardi furono costretti all’esilio e si diressero verso Urbino, Pesaro, Modena, Mantova e Bologna. Di quegli anni vengono ricordati Francesco Riccardi, che fu, tra l'altro, Governatore e Vicerè di Perugia tra il 1408 e il 1414, e Sigismondo Riccardi, Signore di Caprara, noto come "Morello da Ortona", amico di Pietro Bembo, e citato nel “Cortegiano" di Baldassarre Castiglione.

  


  

4.5. Ambito abruzzese, Tomba di Andrea Matteo de Sanctis, 1556, pietra scolpita.

Ambito abruzzese,Tomba di Andrea Matteo de Sanctis ,1556, pietra scolpita

La famiglia de Sanctis ebbe la sua storica residenza nei pressi della Cattedrale su un’area già appartenuta, secondo lo storico Giovan Battista Pacichelli, alla famiglia Riccardi, costretta all’esilio con l’avvento del dominio Aragonese.
La fondazione del palazzo può essere quindi datata al XV secolo anche se fu sicuramente oggetto di un intervento di ristrutturazione da parte Andrea Matteo De Sanctis nella prima metà del XVI, secolo come si può leggere nell’iscrizione posta sul portale in pietra e come evidenziato da diversi elementi architettonici, ricomparsi dopo alcune opere di restauro, che testimoniano l’antichità dell’edificio.
Verso la fine del XVI secolo ospitò Margherita d'Austria, figlia naturale dell'imperatore Carlo V, duchessa di Parma e Piacenza e governatrice dei Paesi Bassi spagnoli la quale, acquistata Ortona nel 1582 da Orazio di Lannoy Principe di Sulmona e Conte di Venafro, decise di stabilirvisi ospite di Camillo de Sanctis in attesa che fosse completato il suo palazzo la cui costruzione aveva affidato al celebre architetto Giacomo della Porta. Prima che il palazzo “Farnese” fosse terminato la morte la colse proprio nel palazzo de Sanctis il 18 gennaio del 1586.

  


  

4.6 Ambito abruzzese, Tomba di Andrea de Sanctis, 1504

Ambito abruzzese,Tomba di Andrea de Sanctis, 1504

Andrea de Sanctis è ricordato come Regio Tesoriere d’Abruzzo dal 1423 al 1445. La famiglia de Sanctis di Ortona è documenta dal XV secolo ma suoi membri si stabilirono in diverse città d’Abruzzo dando origine al ramo di Vasto, oggi estinto, e a quelli teramani da cui discendono i de Sanctis di Castelbasso, di Canzano, di Penne ed Orsetti de Sanctis.

Il loro stemma raffigura un leone, attraversato da una fascia caricata di tre lettere P maiuscole interpretate come "Pugna Pro Patria".
Giovanni Agostino de Sanctis, fu canonico e vicario generale di Giovanni Domenico Rebibba, primo vescovo della Diocesi di Ortona.

Audioguide del Museo Diocesano di Ortona